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Dic 16
Smettere di scappare da sé stessi in 4 mosse

Smettere di scappare da sé stessi in 4 mosse:

A nessuno di noi piace stare male!
In effetti: “e vissero felici e contenti” è la conclusione usata solitamente nelle FAVOLE, e le favole non sono la vita vera. La quotidianità che ci troviamo ad affrontare, è fatta di momenti belli e di tantissimi momenti brutti, duri, difficili, proprio per questo motivo abbiamo e mettiamo tutti in atto le nostre strategie di evitamento (ovvero quei comportamenti che utilizziamo per non affrontare i dispiaceri).

I motivi per cui ricorriamo alle strategie di evitamento possono essere i più svariati: un licenziamento, non guadagnare abbastanza, una relazione che non va come vorremmo, un lutto, dover affrontare la malattia, non piacersi o faticare ad accettarsi, etc., etc.. Il malessere causato da queste condizioni, innesca queste strategie, che possono essere le più disparate: iniziare a mangiare di più o tendere a non mangiare e perdere peso, dormire (per non pensare), abusare di alcolici (o sostanze o farmaci), utilizzare il sesso o le relazioni come sfogo, buttarsi sullo shopping, etc., etc..

La fregatura di queste strategie è che funzionano, ma soltanto per un tempo brevissimo! E quindi, come si può fare ad affrontare in modo diverso e più funzionale le cose dolorose della nostra vita? Vediamolo nei successivi 4 punti:

 

  1. Individuare esattamente cosa vogliamo evitare e perché: questo è il primo passo fondamentale, dato che spesso e volentieri siamo talmente abituati a mettere in atto strategie di evitamento, che consideriamo queste come la causa del problema. Un esempio: cambio continuamente partner e mannaggia non ne riesco mai a trovare uno che faccia per me (strategia di evitamento), ma il problema principale probabilmente è: ma quando trovi una persona sei in grado di dare a te e all’altra persona il tempo necessario per conoscerla e conoscervi? O stai evitando di approfondire la relazione per paura di scoprirti ed essere ferito/a (problematica principale).

 

  1. Quali sono le strategie d’evitamento che adotto: una volta definito cosa mi fa male e perché lo evito (e quindi avere preso coscienza di ciò), vanno analizzati attentamente i comportamenti che attuo nell’evitamento. Un consiglio è quello di prendere carta e penna e scriverli, in maniera da renderli ancora più evidenti. Riprendendo l’esempio di prima tra i possibili comportamenti potremmo avere: mi concentro sui suoi difetti in modo da vederlo come una persona di cui non innamorarsi; avere più relazioni superficiali non mi fa concentrare su una persona; sentirmi sempre cercato/a da più persone perché non mi fa sentire la solitudine; etc..

 

  1. Individuare cosa vorremmo davvero: questo significa fare un sincero esame di coscienza esaminando valori e desideri, arrivando a definire in modo concreto quello che sarebbe importante raggiungere. In questo caso, trovare una persona con cui fare coppia e costruire un futuro (certo che per arrivare a questo occorre mettersi in gioco).

 

  1. Trovare il coraggio di fare un cambiamento: uso la parola coraggio perché ogni cambiamento ha in sé una parte nuova che guadagneremo ed una che verrà inesorabilmente persa. Botte piena e moglie ubriaca non possono coesistere, ecco perché non ci viene facile cambiare. D’altro canto le strategie d’evitamento NON FUNZIONANO perché sappiamo benissimo che “svanito l’effetto” a breve termine ci ritroviamo non solo punto e capo con lo stesso problema, ma anche insoddisfatti con noi stessi per essere sempre nello stesso punto

 

Per questo motivo, se fate fatica ad uscire da questa spirale, può essere utile consultare uno psicoterapeuta, che possa dare una mano a trovare quegli appigli utili a rompere questi schemi, in maniera tale da permettevi di giocare a pieno la partita della vita.

Robert Allegri

Tratto con passione, utilizzando metodologie innovative e scientificamente comprovate di problematiche quali: dipendenze "nuove" e vecchie, dei disturbi e delle problematiche sessuali, dei disturbi di tipo ansioso (ex. attacchi di panico – fobie), delle difficoltà relazionali e familiari, e della sfera depressiva.